Un Anno Santo dedicato alla Misericordia, per «curare le ferite» di quanti vivono nelle periferie esistenziali e ridare speranza a tutti, perché questo “non è il tempo per la distrazione, ma per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale”, come ha detto il Papa in occasione della consegna e lettura della Bolla “Misericordiae Vultus”.
E mentre attraversiamo ancora con fatica questo momento di crisi economica e sempre più valoriale e sociale, Leggi di più
c’è sicuramente bisogno di tornare all’essenziale, ma anche di assumerci ciascuno le proprie responsabilità, perché quello che si aprirà il prossimo 8 dicembre sarà un Giubileo straordinario per tutti, non solo per i credenti.
Al centro della Bolla papale, la consegna di “spezzare la barriera di indifferenza”, curando le ferite e aprendo il cuore alle “periferie esistenziali”, e un forte appello ai criminali e ai corrotti: “Vi chiedo di cambiare vita”. “Lasciamoci sorprendere da Dio”, l’invito finale, perché il grande fiume della misericordia che “sgorga e scorre senza sosta, non potrà mai esaurirsi”.
Il Papa conosce i mali del mondo, ben rappresentati, purtroppo, anche a Roma e questo Giubileo arriva proprio all’apice di uno dei momenti più drammatici per la nostra città.
Una situazione che tocchiamo con mano quotidianamente attraverso i nostri Servizi: aumentano le domande di coloro che si rivolgono al Patronato per chiedere aiuto nell’esigibilità dei propri diritti, moltissime le persone che hanno rinunciato alle spese mediche, come ci mostrano le dichiarazioni dei redditi raccolte dai nostri Caf, senza parlare di tutta la galassia di povertà che incontriamo nei nostri Circoli e Nuclei, vere e proprie sentinelle del territorio, e attraverso i nostri progetti.
Penso ai giovani disoccupati (1 giovane su 3 tra i 15 e i 29 anni nel Lazio è senza lavoro) o ai neet che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione (oltre 2mila nel Lazio, di cui l’80% a Roma), ai quali si rivolge il nostro progetto “Job to go, il lavoro svolta!, attivo in particolare nelle zone di periferia.
Penso a quel 4% della popolazione romana che vive sotto la soglia di povertà, mentre il 7% mangia in maniera adeguata solo ogni due giorni, dati che danno pieno significato e fanno da cornice al progetto “Il pane a chi serve 2.0”.
Povertà diverse, sinonimi delle fragilità che non possono lasciarci indifferenti.
“Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge”, ammonisce il Papa: “Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo”.
Davanti a questa situazione, auspichiamo che il Giubileo diventi una bella opportunità per risalire la china e ritrovare un’unità e comunione d’intenti su qualcosa che ci riguarda tutti e va al di là delle ideologie, un’occasione, anche per i nostri amministratori, per farsi ultimi per i poveri. Soprattutto in un momento così difficile per la nostra città, ancora scossa dai fatti di Mafia Capitale, è necessario evitare contrapposizioni, accantonare particolarismi, uscire dall’autoreferenzialità e focalizzare una visione collettiva e d’insieme, lavorare per il bene comune e per un roseo futuro della nostra città, culla della civiltà e del cristianesimo.
Inoltre, l’Anno Santo rappresenta anche una scommessa irripetibile anche per l’adeguamento dei servizi per la capitale d’Italia, che arranca un po’ rispetto alle altre omologhe europee. C’è un grande lavoro da fare e questo è proprio il momento giusto per rimboccarsi le maniche in onore di un evento di portata planetaria.
Auguriamoci, quindi, che la straordinarietà del Giubileo si traduca nella sua essenza, nell’ordinarietà della vita di ogni giorno e che trasformi Roma nella capitale della Misericordia e dell’accoglienza.